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autre arrabalesque: « d’abord aimer et, comme conséquence,  la violence de concevoir … un nouveau concept? » « primero amar y, como consecuencia  ¿la violencia de concebir … un nuevo concepto? »

“Sotto le stelle niente muore” (L’adieu aux dinosaures) de Fernando Arrabal (« Au crayon qui tue », éditeur)

au Festival de Théâtre de San Gimignano (Toscane)
avec Mila Moretti

regia Sergio Aguirre

L’auteur assistera à la première, si le dieu Pan l p v.

(…lo stile è noto. A teatro come al cinema. Cinico e maudit. Attacco frontale alla civiltà dei consumi e al buon gusto borghese, immaginario surrealista, blasfemo, macabro, sadico, scatologico. Il franco spagnolo Fernando Arrabal schizza fuori da ogni linearità narrativa innescando continui cortocircuiti come tanti campanelli d’allarme di quella guerra senza quartiere che sono le “relazione umane”…)

Juillet 2013

Lettre spontanée d’un spectateur après la représentation  de “Sotto le stelle niente muore” (L’adieu aux dinosaures) de Fernando Arrabal:

“Carissima Mila Moretti,voglio dirti più profondamente le mie impressioni e sinceramente sono più bravo a scrivere che a parlare.
Tutto incantevole : dalla recitazione tua,agli effetti speciali,dalle tematiche affrontate,alle musiche scelte.
Tutti tendono a sottolineare il lato surreale di questo lavoro di Arrabel; tuttavia, il lavoro mi ha colpito per la sua verità,per la sua realtà,per il suo modo sublimale ( ma non troppo ) di denunciare la guerra all’apertura
ed alla diversità,tipica di questi anni.
Proprio nei paesi in cui essa pare essere più cruenta,come l’Italia ad esempio,nascono lavori come questi,esattamente come era nato l’illuminismo in paesi allora estremamente conservatori,come la Francia e l’Inghilterra.
La tua voce ha contribuito a rendere il testo più vero,creando atmosfera sì teatrale,ma non tanto da caricare troppo il significato del testo.
E’ come se la protagonista nascondesse un dolore immenso,attraverso l’uso di una  “ teatralità  ironica che nasconde rabbia e strazio insieme “ .
Ormai  lei  “ ha inghiottito tutte le sue lacrime : per questo ride !! “ .
Per quanto riguarda la mia emotività personale,il top è stato quando hai citato il  Tuba Mirum del requiem di Hector Berlioz : lì ho capito che quel Lui potrei essere io .
Mi sono visto,io,con la mia anima rivoluzionaria ………   Io che adoro Berlioz fin da piccolo; e Berlioz come certamente saprai,è un grande rivoluzionario dell’orchestrazione nell’ottocento.
A questo proposito,molto intelligente è stata la scelta tua e di Sergio,di non mettere il Tuba Mirum,che avrebbe richiesto una scena diversa,ma di utilizzare le battute immediatamente precedenti.
Fammi sapere l’iter di questo spettacolo!  Tornerei volentieri a vederlo con altri amici.
Ti ho ascoltato,ed ho avuto un’ulteriore riprova che il teatro, pur nell’ombra dalla trash televisiva,vive ancora : vive, canta, ride, piange, ma soprattutto denuncia,protesta,apre la mente e la coscienza,esattamente
Come la musica.
Grazie al Cubo,per ciò che ci hai dato!
Con sincero affetto!!! Duccio.
A presto »